Una voce interiore che grida il dolore…un taglio che pone fine ad un legame, “Velo nero”, l’ultimo singolo dei Monolite, è un brano che parla di un lutto;
“Velo Nero si muove intorno alla sentenza di “morte” di questa parte che non ha più spazio e tempo di esistere.”, ma non per forza della mancanza di una persona. Un cambiamento che sancisce un nuovo inizio, dopo la chiusura di un qualcosa che lascia un vuoto dentro, il confronto con noi stessi, con la parte più profonda di noi e la conoscenza del nostro Io. Tutto l’intero album, come dichiara la band stessa, persegue questa evoluzione interiore, e il combattimento con il lato oscuro di ognuno di noi, nel costante conflitto per cercare di celarlo, per realizzare poi, quanto questo sia parte integrante del nostro carattere e come questa parte di noi sia il più delle volte la nostra ancora di salvezza.
L’espressività con la quale i Monolite, band composta da da Vincenzo (lead vocals – guitar), Gianluca (back vocals – drums) e Alessandro (bass), delineano queste incrinature dell’anima è tale, da permettere all’ascoltatore di immedesimarsi totalmente in queste emozioni che, senza la msuica rimarrebbero inespresse. Così facendo ogni canzone diventa lo specchio dove possiamo rappresentare non solo la parte più bella di noi -quella che vogliamo ostentare orgogliosamente agli altri- ma anche le nostre paure, i nostri disagi, in modo da poterli indagare e poi, conoscendoli, affrontarli. Per fare questo, i Monolite, come molte altre realtà del panorama rock indipendente, hanno scelto a lingua italiano, che rafforzata da una resa emotiva chiaroscura, è in grado di aggregarsi alla sonorità della base musicale, scegliendo come punto di rifermento il cantautorato italiano che da Battisti e Battiato, passando per Ligabue, arriva fino ai Marlene kuntz.
Sonia Bellin