INTERVISTA A MISTERRAFFY

Partito pochi giorni fa con la sua nuova avventura radiofonica, abbiamo intervistato Misterraffy, il cantautore che risponde al nome di Raffaele Scarano, a cui abbiamo rivolto qualche domanda…

Benvenuto Raffaele, allora, parlarci un po’ di te, del tuo rapporto con la musica e del tuo sogno di diventare ingegnere del suono…

Si certo. Allora, sono un ragazzo di 17 anni, sono iscritto al quarto anno di liceo scientifico del mio comune di appartenenza, i miei hobby sono: giocare al play come quasi tutti i miei coetanei, guardare film e serie tv, fare lunghe passeggiate all’aperto, mentre la mia più grande passione è la musica. Per l’appunto, ho scelto il liceo per poter proseguire con l’università nella facoltà di ingegneria, nella specie, vorrei diventare ingegnere del suono.   

Non solo sei compositore e cantante ma anche produttore musicale, sembra che la musica sia sempre stata la tua passione… quando hai capito che questa era la tua strada…?

Fin da piccolo ho amato la musica, mia madre mi racconta che già all’età di 4 anni componevo melodie con quei piani-giocattolo. A 8 anni ho iniziato a suonare il piano e ho preso anche lezioni private che poi ho abbandonato perché ho sempre preferito essere libero nella mia creatività. A 11 anni ho iniziato a produrre i miei primi beat sull’ipad e di lì a poco ho acquistato la strumentazione adatta per dare sfogo alle mie idee. Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che mi hanno sempre sostenuto, nella fattispecie mio padre che anche lui ha alle spalle anni di esperienza musicale da autodidatta. 

Il tuo nuovo EP “perché capisco che” che hai pubblicato qualche settimana fa è anche il tuo primo album…parlaci di cosa raccontano le quattro tracce contenute nel disco…

“Cadi ma stai in piedi” è un brano di incoraggiamento ed è un invito ad andare avanti e superare i momenti difficili. Ognuno di noi ha una forza dentro che a volte viene repressa e quando succede bisogna portarla fuori. “Perché capisco che” “L’ho scritta in un momento di debolezza, di insicurezza, momento in cui pensavo che l’amore tra me e la musica fosse finito e quindi invoco la speranza di poterlo ritrovare. Diciamo che è un grido di disperazione alla ricerca di un aiuto, che poi per fortuna è arrivato…“Credevo fossi oro” tratta il tema dell’amicizia e di quanto essa possa ferirti quando non è reale e quando ti delude profondamente. “Tu dentro di me” è autobiografica, è una dedica all’amore e ai benefici che ci porta.

Hai scelto come singolo la traccia di apertura, intitolato “Cadi ma stai in piedi”, un brano con un forte e caldo messaggio di speranza…si tratta di una storia che hai vissuto sulla tua pelle…?

No per fortuna non l’ho vissuta sulla mia pelle, ma una persona a me cara ed appunto, come hai detto tu è un invito a sperare che la vita ti riservi qualcosa di migliore. 

Come definiresti il tuo genere musicale…?

Non amo identificarmi in un genere, mi piace spaziare a seconda del mio stato d’animo. Se proprio vuoi etichettarmi definiscimi pure Indie (indipendente).

Di certo un musicista come te ha diverse fonti di ispirazione…tuttavia quale più riflette il tuo modo di fare musica oggi…?

Quando scrivo, esprimo emozioni che in un certo senso ho vissuto attraverso i miei occhi o gli occhi di chi mi sta vicino. Quindi direi che la mia fonte di ispirazione sono gli eventi quotidiani della vita, il mio scopo è sempre quello di lanciare un messaggio, che sia di speranza, di amore, di amicizia, ecc

Sonia Bellin