E dopo il successo estivo, si torna a parlare di Alessandro D’Andrea calandra che non molla un colpo, continuando a rimanere sulla cresta dell’onda con il suo ultimo singolo QUARTU SAVONA QUINNICI.
E’ questo il titolo del brano rilasciato a maggio da Alessandro D’Andrea Calandra, ovvero proprio nel mese quando nel 1992, a Capaci, vicino Palermo, persero la vita persone che stavano lottando per questa stessa terra. Un atto criminale contro l’umanità intera che va oltre la Sicilia ma anche oltre l’Italia, ripregando sull’essere umano e sulla sua ipocrisia. “Quarto Savona Quindici” è il nome in codice dell’auto blindata che, per prima, saltò in aria in quel terribile sabato 23.
«Ho scritto questa canzone per onorare la memoria dei servitori della nostra Comunità civile.» spiega l’artista «Un brano nel quale metto in evidenza la quotidianità fatta di piccole cose. Una camicia d’ordinanza giudicata poco adatta al clima caldo del maggio siciliano dalla mamma di un agente della scorta. Una giovane donna che si augura il marito possa tornare dal servizio in tempo per poter cenare con i loro bambini. La quotidianità che viene spezzata è la tragedia più grande e spesso la più sottovalutata e dimenticata. Nessuno potrà mai lenire il dolore dei familiari delle vittime. Ma di certo il silenzio allarga le ferite e questo, i siciliani perbene, non devono assolutamente permetterlo.»
QUARTU SAVONA QUINNICI è un brano dal forte richiamo sociale e con riferimenti attuali che traggono ispirazione diretta da un fatto realmente accaduto e che ancora oggi tocca la sensibilità di tutti. Un evento quello ci Capaci che, lascia l’amaro in bocca, tante domande, poche o nessuna risposta, interrogativi che fanno breccia nelle nostre menti e nel nostro cuore, mentre ci chiediamo “Che cosa ha fatto si che un fatto del genere possa essere accaduto..? “ e soprattutto “ Che cosa abbiamo imparato da questo?”, perché la cosa più importante- come tanti fatti registrati nel corso della storia e riportati sui libri- quello che sarebbe opportuno fare è tenere memoria di questi fatti, capire le cause che li hanno scatenati e le conseguenze che hanno lasciato dietro di sé, riflettendo su come certi momenti rimangono impressi su chi li vive e chi li racconta, ma in particolare su chi poi è costretto a fare i conti con gli strascichi che questi lasciano.
Ferite aperte, sanguinanti e pregne di dolore le cui cicatrici a fatica si cancellano, rimanendo lì a ricordare quanto accaduto.. .Allora ecco come Alessandro D’Andrea Calandra- la cui sensibilità tocca nel profondo tragedie come quella di Capaci- si senta in dovere di mantenere viva la memoria di tali eventi, non tanto per una denuncia sciale fine a se stessa, dove riportare le cronache dell’accaduto avrebbe solo un effetto drammatico, ma con un chiaro intento educativo, volto a riflettere su questi temi per tentare di imparare dalla storia e di farne memoria, cercando di non cadere nello stesso errore e auspicando che le generazioni future facciano tesoro di tutto un racconto che non si basa solo sui fatti oggettivi, riportati dai media e dai giornali, ma che va al di là dell’accaduto, entrando in contatto diretto con le emozioni vissute dalle persone e che l’artista narra, momento per momento, cogliendo ogni dettagli senza disarmo e portando l’ascoltatore ad un’immedesimazione diretta con ciò che l’autore tenta di spiegare.
“Quartu Savona Quinnici” è uscito a maggio e dopo avere raggiunto i primi posti nelle classifiche dei brani più passati in radio e più ascoltati in streaming, ancora adesso, Alessandro Calandra fa parlare di sé, nella stampa, nel web …ovunque insomma!
Un successo he sembra premiare oltre che il talento, l’entusiasmo nel voler divulgare un messaggio importante per la nostra società in balia di un cinico materialismo contro cui occorre issare la bandiera della solidarietà e dell’empatia.
Sonia Bellin
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