Si intitola Sharon e si tratta del nuovo singolo di Sergio Bruno, cantautore napoletano, classe 1984, amante, ma soprattutto culture della musica e dell’arte in tutte le sue forme.
Non solo canzoni infatti, che Sergio scrive trasponendo in esse ogni sensazione proveniente anche soltanto dal battito del suo cuore, ma anche testi e sceneggiature, favole e, ovviamente, poesie in musica, come lo è l’ultima opera dell’artista.
Sarebbe infatti alquanto riduttivo parlare di “Sharon” come di una canzone, perché Sharon è molto di più.
Il titolo stesso, che sembra celare misteriosamente il nome di una qualche creatura fatata, mette in risalto la cripticità di un brano, la cui musicalità, evoca sensazioni indicibili a parole.
Un brano che va oltre qualsiasi schema strutturale di scrittura, per ampliare un significato universale, espresso da un’armonia di fondo, che sembra avvolgere ogni movimento sonoro. I suoni di Sharon si concettualizzano in frammenti di significati, noti solo al suo autore, ma che poi, diffondendosi nell’etere, acquisiscono significati altri, non riconducibili ad un senso univoco, quanto piuttosto ad un insieme di contenuti, ognuno dei quali è in grado di esprimere un’idea.
Un’idea ancora da concepire… Da esplorare… Un’idea nella sua fase nascente e per questo, capace di prendere le forme più diverse. Ma non si tratta di astrattezza o di concetti non elaborati dall’autore che rimangono lì fluttuanti, Sharon rappresenta proprio quella parte di noi ancora da esplorare, da vivere… come un’ispirazione, una sorta di fiamma pronta a divampare, per essere parte integrante del nostro essere.
E tale multiformità idealistica, doveva essere espressa anche da un video che rendesse “visibile” tutto quello che SHARON esprime, ecco perché Sergio ha deciso di affidare la regia a Lú Magaró, regista e videomaker diplomata all’istituto CFP Bauer. Figlia di un regista pavese, Lù fin da piccola si appassiona alla cultura dell’immagine, sperimentando con la fotografia analogica e digitale. Il forte legame con la natura, elemento di unione di tutti i suoi lavori, è il tratto che meglio contraddistingue l’essenza dell’arte di Lù e la possibilità di esprimere “Sharon “ per mezzo delle immagini; immagini che saranno la storia di un’idea ma anche di uno stato d’animo, ravvisabile in tutte le prospettive poi utilizzate dalla regista.
C’era infatti l’esigenza di apportare una corrispondenza “speciale” in un brano, la cui realizzazione, ha coinvolto una squadra di musicisti professionisti, ma soprattutto di persone unite per realizzare un grande progetto.
Senza la voce di Manuela Ragusa, infatti, il brano non avrebbe avuto la stessa suggestione, magica ed epica, che la vocalità della cantate sarda ha reso in maniera magistrale. Corista nella Tournée “Marinai Profeti e Balene” di e con Vinicio Capossela, Manuela dal 2017, inizia un percorso di studi presso il Conservatorio di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina e attualmente, collabora anche con il chitarrista Mario Pierno nel progetto Cantico DAL mare, duo acustico teatrale-musicale.
Oltre a Manuela però, abbiamo anche altri due musicisti, fra cui il chitarrista texano Jon Sanchez, a cui Sergio è legato da una forte stima e amicizia, che ha portato nel brano le sonorità tipiche del suo stile musicale, ovvero suoni erranti e sospesi, capaci di coniugare armonie uniche. Musicista, compositore e addirittura pittore, Jon è attualmente il chitarrista solista della musa di David Lynch, Chrysta Bell.
E poi, ecco Fabrizio Capoturucci, con cui Sergio è legato da un legame fraterno; polistrumentista, compositore e direttore d’orchestra. La musica in persona.
Mondi diversi quelli che hanno contribuito alla nascita di SHARON, ma accomunati dalla medesima idea: quella di ispirare e, nello stesso tempo, di lasciarsi ispirare…
Sonia Bellin