IL ROCK ALLA RIBALATA DEI MALDIMARTE

Quando si parla di rock, parliamo non solo di un genere musicale, ma di un vero e proprio stile di vita e modo di essere che mette in primo piano il senso di rivincita e una costante attitudine a quel senso di ribellione che guarda con uno sguardo insofferente al conformismo. Questo è molto altro sono i Maldimarte, un progetto nato nel 2019, dalle costole dei Vinylika, prosecuzione naturale di una seconda vita artistica di Vincenzo Genuardi e Domenico Mistretta.

Un progetto che guarda avanti tra le corde del rock e di armonie in accordo con un’anima sempre alla ricerca di risposte, in un mondo pieno di domande.

Dopo una decade di rock’n roll e chitarre distorte, i Maldimarte si sono diretti verso melodie dai toni più distesi, con un retroscena che sposta lo sguardo al power pop e con testi in italiano. Un approccio compositivo che ora, con una rinnovata ispirazione e la maturità acquisita sul campo tra palchi e home studio, sterza verso una nuova veste di matrice più cantautoriale. L’urgenza espressiva si è trasformata in pacata osservazione degli eventi che accadono intorno, in una narrazione che prende spunto più dalla realtà esterna che dall’introspezione. In “Maldimarte”, le chitarre vengono arricchite dai synth e i brani diventano un osservatorio passivo su un futuro cronico e individualista. Rallentare diventa la nuova urgenza, per riprendere il contatto con gli elementi fondamentali della vita e con la percezione di un mondo in piena rivoluzione che non è e non sarà più lo stesso.

Nel 2021 pubblicano “ Vicini di Caos”, per Alka Records, che ottiene un ottimo giudizio dalla critica e porta il brano “Respirerò” all’interno della classifica del MEI.

Il 2022 è l’anno di “Mediaverso”, nuovo Ep anticipato dal singolo “Formaldeide”, pubblicato da Bauxite su tutte le piattaforme di streaming, disponibile dal 15 aprile e in onda in radio ormai da qualche giorno.

Un brano dall’appeal decisamente trascinante in cui si inseriscono influenze di provenienza inglese, con un tributo particolare al rock underground e con notevoli richiami alle sonorità dei Muse.

Particolare è infatti l’incipit del brano, che accoglie l’ascoltatore in “universo altro”, per catapultarlo in uno spazio siderale, ai confini con una realtà sospesa nel vuoto, proprio come capiterebbe se ci trovassimo a respirare in un luogo malsano, inquinato da pensieri vacui e insensati, dove vengono calpestate le nostre stesse certezze.

Sonia Bellin

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