“FUGUE TO HEAVEN”: FINALMENTE DISPONIBILE IL PRIMO ALBUM DEL THE CINEMA SHOW QUARTET

Un fuga si, ma soprattutto una scoperta, o meglio una ri-scoperta del progressive e di quelli anni ’70 che hanno visto il rock parlare una lingua nuova: quella della sperimentazione sonora e della ricerca di suoni inediti.

E’ questa la traiettoria seguita dal quartetto composto Paolo Bernardi (pianoforte, musiche, arrangiamenti), Luca Rizzo (sassofoni), Flavia Ostini (contrabbasso, basso elettrico) e  Riccardo Colasante (batteria) e che fin dal nome scelto, ovvero The Cinema Show Quartet, mette in risalto la scelta di un genere inesauribile nella sua stessa concezione e che ancora oggi è oggetto di studio e fonte di ispirazione per i più grandi musicisti. Il nome scelto dalla band infatti, prende spunto da un capolavoro del rock progressive qual’è “The cinema show”, che assieme ad altri brani dei Genesis “Firth of fifith”,  “Horizons”, e “In the cage” sono entrati a far parte di “Fugue to Heaven”, l’album di debutto del quartetto.

Un album dove vengono appunto omaggiati i migliori rappresentanti del rock progressivo e che dai Genesis, passa ovviamente anche per i Pink Floyd, i padri della psichedelia, senza esimersi dal tributare il giusto spazio ai  Jethro Tull che, con la loro strumentazione hanno di certo lasciato un segno indelebile nella storia del rock. E per non farsi mancare nulla ecco gli immancabili Queen, omaggiati dal The Cinema con la celebre  Bohemian rhapsody, che per la prima volta assume chiari connotati Jazz. E per finire – senza tralasciare il fatto che il quartetto ha voluto anche inserire dei pezzi originali, composti dal leader Paolo Bernardi che ha curato anche gli arrangiamenti- ecco presenziare anche  Jon Lord (tastierista dei Deep Purple) e i New Trolls. Questi ultimi infatti, non potevano mancare in un disco in cui era chiara la preponderanza inglese, per quanto riguarda la scelta dei gruppi omaggiati, ma in cui era imprescindibile uno sguardo diretto al territorio italiano dove il Concerto Grosso, rappresenta uno dei capisaldi della stagione prog e che il quartetto qui rivisita inserendo alcune  sonorità bossa nova e open di assolo, non presenti nell’originale, dando quindi una veste del tutto nuova al brano.

E’ chiaro quindi quanto il The cinema Show quarte voglia far prevalere, sia nei brani rivisitati che in quelli inediti, la parte progressive, ossia quella costante ricerca di nuove sonorità e di sperimentazioni che sono il preludio ad un movimento continuo, capace di suscitare emozioni, stati d’animo, ma anche sensazioni che poi confluiscono in nuovi suoni, nuovi spunti e quindi nuovi stili… Insomma un genere che nella suo stesso non essere tale, perché in antitesi con la stasi, ne rimanda ad altri e ne fa scaturire sempre di nuovi, mai fedeli all’originale, come lo sono i pezzi rivisitati dal quartetto di Paolo Bernardi: composizioni che hanno vita proprio perché talmente rielaborate e ri-arrangiate, che l’opera originale, mai stravolta, diventa solo un punto di partenza, quasi un pretesto per avanzare dei suoni nuovi e coinvolgenti.

Sonia Bellin